And the Oscar goes to… L’Academy premia il Rinascimento Disney

Siamo arrivati a metà percorso di questa rubrica interamente dedicata ai film d’animazione Disney che hanno ottenuto l’Oscar, ma prima di parlare dell’argomento di oggi bisogna dare delle importanti definizioni e fare un passo indietro nel tempo.

I lungometraggi animati di cui andremo a parlare fanno parte del cosiddetto “Rinascimento Disney”, quindi è bene capire come si è arrivati a questa fase rinascimentale e soprattutto cosa l’ha preceduta.

Il “Medioevo Disney”

Nello scorso capitolo abbiamo parlato dei primi quattro lungometraggi animati, che sono valsi a Walt Disney i suoi primi Oscar: da questi film (1939) fino a Bambi (1942) si parla di periodo classico o età d’oro, il periodo dunque dei primi esperimenti cinematografici a cartoni.

Segue l’età (post) guerra, da Saludos Amigos (1942) fino a Ichabod e Mr. Toad (1949); successivamente inizia la cosiddetta età d’argento, da Cenerentola (1959) fino a Il libro della Giungla (1967), poi età di bronzo che va da Gli Aristogatti (1970) fino a Bianca e Bernie (1977) e arriviamo al periodo cosiddetto Medioevo Disney che comprende i film da Red e Toby (1981) fino a Oliver e Company (1988).

Tuttavia, essendo questa una classificazione non ufficiale, c’è chi ritiene che il Medioevo Disney sia iniziato molto prima, ciò andrebbe a spiegare come mai in tutti questi anni la Disney non portò a casa neanche un Oscar; ve lo spiego qui di seguito: con la crisi economica causata dall’insuccesso commerciale de La Bella Addormentata, gli anni ’60 danno il via a quello che è chiamato Medioevo Disney, un periodo caratterizzato da film più modesti, dalle tecniche più semplici e meno artificiosi dei precedenti. È il periodo che andrebbe quindi dall’uscita nelle sale de La Carica dei 101 (1961) fino a Oliver e Company (1988). Chiaramente, i film appartenenti a questa corrente non sono assolutamente di bassa qualità e, a mio avviso, non hanno niente da invidiare né ai loro successori né ai loro predecessori, tanto che al botteghino hanno un certo successo e riescono ad avere anche qualche nomination agli Oscar, pur senza vincerne nessuno; questa definizione deriva solamente dalle tecniche utilizzate a causa delle modeste finanze.

Arriviamo dunque al Rinascimento Disney: il momento in cui la Walt Disney torna agli antichi splendori e riprende in mano le redini del cinema d’animazione, portando di nuovo sul grande schermo i mondi fiabeschi, le principesse e i miti più famosi.

Ovviamente, questa non è l’ultima fase dei lungometraggi Disney, ma ci fermiamo qui perché oggi parleremo solo del Rinascimento. Let’s start!

1989 – La Sirenetta

È da trent’anni che Ariel fa sognare grandi e piccini di ogni età e ogni generazione, quanti di noi non hanno sognato di poter nuotare nell’oceano con le pinne? Esplorare il fondo del mare insieme a Flounder, innamorarsi di Erik, danzare e cantare insieme a Sebastian e Scuttle.

Soffermiamoci soprattutto su questi ultimi elementi del film: il ballo e la danza; è infatti grazie alle splendide musiche che La Sirenetta ottiene tre nomination e due statuine!

Vince infatti Alan Menken, autore della parte musicale, per la Miglior Colonna Sonora (“come vorrei stare qui con te, cosa darei per restarti accanto, vorrei che tu potessi sorridermi…”).

Si aggiudica anche l’Oscar alla Miglior Canzone con l’intramontabile “Under The Sea” di Alan Menken, che con Sebastian fa ballare e cantare intere generazioni da ormai trent’anni; nella stessa categoria è candidata “Kiss the Girl” (“shalalala il ragazzo è troppo timido, coraggio… baciala”).

1992 – La Bella e la Bestia

La Bella e la Bestia è sicuramente uno dei classici Disney più amati: la loro storia d’amore, cresciuta e maturata lentamente, ha fatto sì che tutt’oggi sia uno dei lungometraggi animati più famosi al mondo.

Il carattere forte di Belle, la dolcezza inaspettata de la Bestia, la simpatia degli oggetti animati, il fascino del cattivo Gaston e le splendide canzoni hanno conquistato il pubblico, registrando un successone ai botteghini dei cinema di tutto il mondo, tanto che fu il primo lungometraggio d’animazione ad essere candidato agli Oscar come Miglior Film.

Nonostante l’enorme successo, sia del pubblico che della critica, La Bella e la Bestia si aggiudicò soltanto due statuine su sei nomination, vincendo la Miglior Colonna Sonora e la Miglior Canzone con “Beauty and Beast” (“ti sorprenderà come il sole ad est, quando sale su e spalanca il blu dell’immensità…”). Anche qui a trionfare è Alan Menken, autore di questi grandi successi musicali.

1993 – Aladdin

La storia dello straccione più famoso dell’Asia è conosciuta in tutto il mondo; è una storia di amore e di amicizia, ma soprattutto di riscatto, perché Aladdin riesce – con qualche sotterfugio, ma anche con tutta la sua forza – a migliorare la sua vita.

Aladdin ci mostra quanto sia bello avere un vero amico al proprio fianco (“Chiedi pure tutto ciò che vuoi ad un amico amico come me!”), ci insegna l’importanza di avere un carattere forte, come Jasmine, e ci ricorda di non dimenticare mai quali sono le priorità della nostra vita, che vanno al di là di qualsiasi ricchezza materiale.

Il film ottiene cinque nomination, ma si aggiudica solo due statuette: l’Oscar alla Miglior Colonna Sonora, conferito anche qui ad Alan Menken e alla Miglior Canzone per “A Whole New World” (“Il mondo è mio, con quelle stelle puoi giocar…“).

1995 – Il Re Leone

Abbiamo parlato fino ad ora di storie di principesse, incantesimi, regni incantati e principi affascinanti; ora ci spostiamo nella Savana, nel regno di Mufasa, in quello che è uno dei classici Disney più emozionanti della storia.

In questo film c’è tutto: la lotta per il potere di Scar, la tristezza della solitudine che prova Simba, la curiosità dei più piccoli, la saggezza degli adulti, con una buona dose di comicità, grazie a Timon e Pumbaa, ma anche riflessione e tristezza, quando Mufasa muore e solo dopo molto tempo Simba riesce a superare questo trauma e tornare nelle terre del branco.

Nonostante la storia sia ricca di spunti interessanti, come quelli sopracitati, anche qui le nomination riguardano soltanto la parte musicale: Hans Zimmer vince l’Oscar per la Miglior Colonna Sonora, mentre alla Miglior Canzone ne erano candidate ben tre: “The Circle of Life“, “Hakuna Matata” e “Can You Feel the Love Tonight“, sarà quest’ultima ad aggiudicarsi una statuetta, vinta da Elton John e Tim Rice.

1996 – Pocahontas

Siamo arrivati alla fine di questo capitolo, concludiamo in bellezza con un film che amo moltissimo, con una protagonista che non è solo una donna, ma anche la – futura – leader del suo popolo, che (per la prima volta in un lungometraggio animato) metterà in discussione non solo sé stessa, ma anche il suo amore, per il bene della Pace e della sua gente.

La storia è avvincente, i personaggi sono ben caratterizzati e Pocahontas porta una rivoluzione non indifferente, perché sceglie i suoi doveri, sceglie di lasciare andare il suo John Smith, forte comunque dell’amore intenso che li ha legati.

Anche qui però, l’Oscar al Miglior Film è un sogno lontano; tuttavia si aggiudica due statuette su due nomination: Miglior Colonna Sonora ad Alan Menken e Miglior Canzone per la splendida “Colors of the Wind” (“Ma solo se difenderai la vita scoprirai le tante cose che non sai…”).

Un decennio fondamentale per la musica Disney!

Eccoci arrivati alla fine del terzo capitolo, in cui abbiamo fatto un bel ripasso delle nostre colonne sonore preferite che, anno dopo anno, si conquistavano una o più statuine.

Il prossimo capitolo sarà molto interessante, ci avviciniamo alla fine ormai di questo percorso e sarà molto attuale, infatti inizieremo a parlare delle vittorie per il Miglior Film d’Animazione, introdotto a partire dagli anni 2000 ma – piccolo spoiler – questa nuova categoria non verrà inaugurata con una vittoria della Disney. Si aprono le scommesse! E non è lecito sbirciare su internet!

Alla prossima settimana!

Aurora
Sono un'ambiziosa studentessa universitaria innamorata da sempre della Disney; scrivere significa poter mettere nero su bianco i miei pensieri e le mie emozioni. Spero di riuscire a divertirvi, almeno quanto mi diverto io a curiosare e farvi leggere i miei articoli!
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