And the Oscar goes to… I premi speciali ai migliori lungometraggi d’animazione

Bentornati! Eccoci, nell’attesa della notte più importante di Hollywood, col secondo capitolo di questa speciale rubrica a tema “And the Oscar goes to…”.

Nel capitolo precedente abbiamo parlato dei cortometraggi che, con le loro storie narrate in pochi minuti, hanno fatto breccia nel cuore dei membri dell’Academy; oggi, finalmente, iniziamo a parlare dei grandi classici Disney che hanno ottenuto l’ambita statuina d’oro.

Però c’è una doverosa premessa da fare, si tratta di una piccola curiosità di cui io stessa non ero a conoscenza, prima di iniziare a fare le mie ricerche: forse non tutti sanno, infatti, che la categoria degli Oscar “Miglior Film d’Animazione” non è esistita fino al 2000, anno in cui l’Academy si rese conto che i film d’animazione erano sempre di più.

Ma prima di allora? In quali categorie venivano candidati i lungometraggi animati?

Oggi parleremo dei cosiddetti “Premi Speciali” e dei premi alla Miglior Colonna Sonora, che videro il trionfo di (quasi) tutti i primissimi classici Disney.

1939 – Biancaneve e i Sette Nani

Nello stesso anno in cui Il Toro Ferdinando (sempre di casa Disney) trionfa nella categoria di Miglior Cortometraggio d’Animazione, Walt conquista una statuina speciale grazie al film Biancaneve e i Sette Nani.

La principessa più anziana, nonché una delle più famose in tutto il mondo, conquista il pubblico e la critica con la sua dolcezza, il suo dolce canto e il suo animo buono; le scene dei nanetti (e le loro canzoncine) diventano subito un cult nello scenario del cinema mondiale: il pubblico ride di quanto sono buffi e simpatici e si commuove con loro, quando credono che Biancaneve sia morta per mano della regina cattiva.

Il genio di Walt Disney viene universalmente riconosciuto proprio grazie a questo film, che viene premiato dall’Academy perché non solo ha incantato milioni di spettatori davanti al grande schermo, ma è anche una grande innovazione del cinema del tempo, è infatti il primo film di una nuova frontiera del cinema d’animazione.

Questo film è stato un enorme rischio per Walt Disney, tant’è che veniva definito “una follia”, prima che uscisse nelle sale. Direi che il papà di Topolino ha vinto questa scommessa alla grande!

Una simpaticissima curiosità sul trionfo di Biancaneve e i Sette Nani nella Notte delle Stelle, riguarda le statuine vinte da Walt Disney, infatti ne vennero realizzate sette, oltre alla statuina classica, una per ogni nanetto, in onore dei co-protagonisti.

1941 – Pinocchio

Con Pinocchio, si può dire che noi italiani giochiamo in casa! Il secondo classico Disney è infatti tratto al celebre romanzo di Collodi, amatissimo da ogni generazione e a cui si sono ispirati film, musical, spettacoli a teatro e cartoni animati di tutto il mondo.

Tuttavia, Pinocchio non sbanca al botteghino come il film che lo precede, a causa probabilmente della seconda guerra mondiale che faceva da sfondo al debutto del lungometraggio.

Come per Biancaneve, anche la produzione di questo film non fu semplice. Walt Disney si ritrovava nelle mani una storia diversa da quelle trattate precedentemente nelle Silly Symphonies: qui non c’è una principessa da salvare, ma un cosiddetto “antieroe”, ovvero il nostro protagonista Pinocchio e non c’è un cattivo di spicco che possa vivacizzare il racconto (il Gatto e la Volpe e Mangiafuoco non dominano la storia, come fece la regina Grimilde prima di loro).

Ciononostante, viene acclamato dalla critica, entusiasta di questo secondo capolavoro di Walt Disney, che ancora una volta riesce a convincere l’Academy di conferirgli un Premio Speciale.

Ma non è l’unica statuina che Pinocchio porta a casa, si aggiudica infatti la vittoria per la Miglior Colonna Sonora e la Miglior Canzone con la splendida “When You Wish Upon a Star”.

1942 – Fantasia

Capolavoro! Mi brillano sempre un po’ gli occhi quando parlo di questo lungometraggio, a mio avviso unico nel suo genere e difficilmente ineguagliabile.

Le sinfonie più famose (da Bach a Beethoven) fanno da sfondo ad una sequenza di racconti ispirati ai celebri balletti russi (ad esempio Lo Schiaccianoci) e alle leggende del mondo greco e romano (Pegaso, Bacco, Zeus e le creature mitologiche come i fauni e i centauri), senza dimenticare l’episodio più famoso che vede Topolino come protagonista, L’Apprendista Stregone.

Questo film ha il grande pregio di unire tante storie completamente diverse tra loro, sia perché differenziano per i generi, sia perché sono state scritte e tramandate in periodi storici distanti di secoli; eppure, in Fantasia tutti questi racconti non sono affatto slegati, ma vi è un filo rosso immaginario che li unisce e li rende un magnifico racconto unico.

Eppure, a dispetto del mio entusiasmo, questo film è un insuccesso senza precedenti. Anche qui, le colpe sono da attribuire alla seconda guerra mondiale, che non consentì di farlo arrivare alle sale oltreoceano. Ma la critica lo approva, vi riporto qui di seguito alcuni commenti dei critici cinematografici del tempo:

La storia del cinema è stata fatta ieri sera. Fantasia butta a mare le formule convenzionali e rivela la portata dei film per le escursioni immaginative. Fantasia è semplicemente fantastico! – New York Times.

Un’esperienza estetica che non si dimentica! – Art Digest.

L’anteprima più strana e meravigliosa di qualsiasi altra di Hollywood. – Time.

Insomma, i più esperti promuovono il grande lavoro di ricerca e di produzione di questo film, tanto che Walt si aggiudica per la terza volta un Premio Speciale degli Oscar, con questa motivazione “per lo straordinario contributo al progresso dell’uso del sonoro nel cinema attraverso la produzione di Fantasia.”

Vince un secondo Premio Speciale, conferito a Leopold Stokowski per i suoi sorprendenti risultati nella creazione di una nuova forma di visualizzazione della musica nella produzione della Walt Disney Fantasia, ampliando in tal modo le possibilità del cinema come intrattenimento e forma d’arte.

1942 – Dumbo l’Elefante Volante

Vi confesso che anche qui non riesco a contenere la mia commozione.

Dumbo è, al contrario dei film che lo hanno preceduto – considerati degli azzardi – un film senza pretese. A causa della perdita economica di Fantasia, Walt Disney optò per un film dalla tecnica semplice, così da poter risparmiare sui costi di produzione. Infatti, i disegni ricordano quelli delle Silly Symphonies, i corti animati di casa Disney, quindi già da qui vi è un abisso tra Dumbo e gli altri classici: il design non è complesso, gli sfondi non sono molto dettagliati e sono realizzati con la pittura ad acquerello, molti fotogrammi vengono riciclati.

In origine, addirittura, doveva essere un cortometraggio, ma Walt sosteneva che un corto di pochi minuti non avrebbe reso giustizia al libro da cui era tratto: è l’ennesima volta che la sua lungimiranza consente di produrre un capolavoro.

Dumbo riesce a sbancare al botteghino e diventa il film di maggior successo degli anni ’40, soprattutto negli anni in cui la guerra influenzava negativamente anche le produzioni cinematografiche.

L’elefantino più tenero del cinema ottiene un Oscar alla Miglior Colonna Sonora, con la dolcissima canzone Bimbo mio. Una menzione speciale voglio farla per la colonna sonora italiana, interpretata dal “Quartetto Cedra”, che vivacizza e personalizza le canzoni più celebri del lungometraggio.

Nemmeno la guerra, ha potuto fermare Walt Disney!

Nonostante le difficoltà del periodo, nulla è mai stato in grado di fermare Walt Disney e le sue idee, spesso folli e controcorrenti. Dopo questo poker di Oscar, tutti gli altri classici ottengono almeno una nomination agli Oscar, ma – anche a causa del cosiddetto Medioevo Disney – le statuine verranno vinte di nuovo soltanto nel 1989 con la Sirenetta, che dà inizio al cosiddetto Rinascimento Disney, ma ne parleremo nel prossimo capitolo!

E voi, cosa pensate dei film di cui abbiamo appena parlato? E i grandi esclusi, da Bambi fino a Bianca e Bernie, li avreste premiati?

Fatecelo sapere, io vi do appuntamento alla prossima settimana!

Aurora
Sono un'ambiziosa studentessa universitaria innamorata da sempre della Disney; scrivere significa poter mettere nero su bianco i miei pensieri e le mie emozioni. Spero di riuscire a divertirvi, almeno quanto mi diverto io a curiosare e farvi leggere i miei articoli!
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