Non interrompete il ritmo dell’Imperatore!

Kingdomini, eccoci pronti per un’altra magica (mini)recensione. Con l’uscita su Netflix de Le Follie dell’Imperatore e l’occasione del suo DICIOTTESIMO COMPLEANNO, oggi 6 aprile 2019, ho subito colto la palla al balzo e sono pronta a mettere nero su bianco le emozioni che questa meraviglia mi provoca ogni santa volta. Siete pronti? Allora SIGLA!

Un ritmo folle, per un imperatore folle!

Le Follie dell’Imperatore (in inglese The Emperor’s New Groove, letteralmente Il Nuovo Ritmo dell’Imperatore) racconta la storia di un imperatore adolescente ed egoista, Kuzco. Egli, che già dall’inizio non attira PER NIENTE la simpatia del pubblico – o, perlomeno, non la mia – ha intenzione di abbattere il tranquillo villaggio di Pacha per costruirsi una casa-vacanze con scivolo. E fin qui tutto bene, non trovate?

La malvagia consigliera di Kuzco, Yzma, ha però dei piani ben precisi e, nel tentativo di salire al potere, cerca di avvelenare Kuzco trasformandolo accidentalmente in un lama. Tutta colpa di Kronk, il suo tenerissimo lacchè. In cerca di aiuto, Kuzco si rivolge a Pacha, e i due si lanciano in una folle avventura coronata da scoiattoli, finti compleanni e le bellissime musiche di Tom Jones.

Kingdom of the Sun: un fallimento evitato

Il film ha necessitato di ben 6 anni di produzione, e ha addirittura rischiato di non vedere la luce a causa della struttura della prima stesura, ispirata dal musical Kingdom of the Sun. Sulla falsariga de Il Re Leone, infatti, avrebbe dovuto narrare la vicenda di un imperatore egoista che avrebbe scambiato i propri vestiti con quelli di un servo – e questo, ovviamente, è un riferimento a Il Principe e il Povero del celebre Mark Twain. 

Ci sarebbe stato poi un interesse amoroso e una crudele strega di nome Yzma che, in seguito ad un patto stipulato con il dio del sole, avrebbe tramutato l’imperatore in un lama. Il film era completato al 50%, ma una serie di test fecero abbandonare l’idea. L’uscita quindi venne posticipata di un anno, gli autori cambiarono totalmente il film, e quello che venne fuori fu il prodotto che vediamo oggi. Per fortuna, direi! La differenza così marcata con gli altri classici Disney, però, a molti non andò giù. Soprattutto a Sting che, dopo aver composto le musiche, si vide chiudere la collaborazione all’improvviso. Da questa sua esperienza, infatti, nacque un film documentario intitolato The Sweatbox.

Nonostante tutto dobbiamo però ringraziare proprio Sting per aver voluto cambiare il finale, dato che nella prima versione Kuzco costruiva la sua villa disboscando la collina accanto a quella di Pacha. Secondo il cantante, una simile conclusione non era rispettosa nei confronti delle lotte per i diritti delle popolazioni indigene e dell’ambiente, e avrebbe dimostrato ancora una volta come Kuzco fosse incapace di vedere al di là del proprio naso. Perciò nella versione definitiva la residenza estiva dell’imperatore è molto più integrata all’ambiente circostante, mentre il parco giochi viene sostituito da una cascata naturale.

Boom, baby!

Curiosità e plot twist

Le Follie dell’Imperatore è un prodotto nuovo, divertente, genuino. Non ci credete? Basta dare un’occhiata alle curiosità che circondano il film.

Innanzitutto, nel film non troviamo solo riferimenti a cult del cinema come Il mago di Oz, ma anche un abbattimento della quarta parete. Come dite? Ve ne eravate accorti, vero? Il cartone infatti si apre in medias res, con il racconto dello stesso Kuzco. Questa tecnica viene sfruttata anche nello spiegare come hanno fatto Yzma e Kronk a raggiungere il palazzo prima di Kuzco e Pacha (bella domanda, se lo staranno chiedendo tutti in sala).

Per non parlare degli easter eggs nascosti! Il più famoso è sicuramente il cactus in cui Yzma versa la pozione destinata a Kuzco, che  nel frame successivo diventa una pianta a forma di lama. Inoltre, la scena in cui ci viene mostrata una scimmia seduta su un ramo è un riferimento alle scene iniziali di Quarto Potere.

Un omaggio che però merita un discorso a parte è quello al film L’esperimento del dottor K, con la scena in cui Kuzco assiste alla cattura di una mosca nella tela di un ragno. Questa è infatti un chiaro riferimento al film sopracitato, importante perché potrebbe trattarsi di un caso di omicidio: Kuzco infatti sente la mosca chiedere aiuto con voce umana. Chi si celerà mai sotto questo aspetto? Si suppone possa essere lo scriba che prende appunti nel momento in cui Kuzco “licenzia” Yzma, trasformato poi in insetto dall’irata streghetta… sarà vero? Non lo scopriremo mai.

Ma quanto ne sapete realmente sul film?

Prima di lasciarci, ecco per voi una carrellata di curiosità su questo capolavoro che ogni disneyano dovrebbe conoscere!

  • Gli abiti studiati per Yzma hanno un significato ben preciso: il colore viola è spesso associato alla pazzia e alla regalità… un po’ come la nostra folle villain!
  • Inoltre, avete mai contato le volte in cui Tipo, il figlio di Pacha, ripete la parola “bis” in una delle scene iconiche? No? Beh, lo abbiamo fatto noi per voi: sono esattamente 23!
  • Tra i personaggi eliminati nel passaggio musical-cartone animato ci sono due donne: la promessa sposa dell’imperatore, Nina, e Mata, una pastorella sarcastica e schietta che di sicuro avrebbe aiutato il lama imperatore a comprendere i suoi errori e a diventare una persona migliore. Il nome è stato poi mantenuto per la cameriera della locanda in cui si incontrano/scontrano i protagonisti con Yzma e Kronk (ricordate la scena del compleanno? Esatto, proprio lei!)
  • E a proposito di Kronk: il suo personaggio è stato inserito nel cast DOPO lo stravolgimento di trama. Inizialmente infatti Yzma doveva essere affiancata da un talismano animato, Hucua, soppiantato poi dal nostro Kronk. Ma il talismano fa comunque un’apparizione sul tavolo della cena, sotto forma di candelabro.

  • Nella prima versione, Kuzco avrebbe dovuto chiamarsi Manco, termine uguale al giapponese manko, usato nel linguaggio colloquiale per definire i genitali femminili. Dopo la scoperta di Randy Fueller, produttore del film, si optò per un nome ispirato alla capitale dell’impero Inca, Cuzco. Inoltre, la parola Pacha significa terra… azzeccatissimo per l’omonimo personaggio, non trovate?

I personaggi hanno caratteri moooolto diversi, e vengono mixati coraggiosamente, in pieno stile Disney. Un elogio  va alla protagonista femminile assoluta, Yzma, a mio modesto parere il personaggio più divertente del film, con la sua aria da cattiva sfigata che crea simpatia già nelle sue prime scene. Tra l’altro, plauso anche al doppiaggio italiano di Anna Marchesini, che conferisce ai dialoghi un valore aggiunto rispetto alla versione inglese! In generale, dobbiamo ammetterlo, anche gli altri doppiatori sono azzeccati: Luca e Paolo, che prestano le voci a Kuzco e Kronk, sono praticamente perfetti sotto ogni aspetto (oh cavolo, mi sa che ho sbagliato film).

Come non menzionare poi l’adattamento italiano, che ha fatto dei passi in più rispetto alla versione originale con l’aggiunta di alcune citazioni iconiche? La più famosa è, forse, il “Ho ucciso per molto meno” pronunciato da Yzma, svegliata da Kronk nel cuore della notte, che in originale è un meno incisivo “This had better be good”.

Nuovi personaggi in arrivo nel nostro parco?

E se il prossimo evento in arrivo per il nostro magico gioco fosse legato proprio a questo film, in onore dei suoi 18 anni? Anche perché, ricordiamolo, abbiamo un’intera area dedicata al film, con il palazzo di Kuzco lì, alla sinistra del terreno da 3.000.000 di pozioni… E poi lo sappiamo: in Disney Magic Kingdoms, tutto è possibile!

E voi, avete qualche altra curiosità / ipotesi a riguardo? Fatecelo sapere con un commento!

 

 

 

Meg
Roberta, in arte Meg, classe '91, Cilentana residente a Napoli. Sono laureata in traduzione letteraria, adoro alla follia i gatti e GoT, e sono cresciuta a pane e Disney. Parlo correttamente 5 lingue e il mio sogno è quello di tradurre libri fantasy. Insomma, fenomenali poteri cosmici in un "minuscolo" spazio vitale!
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