Alice nel Paese delle Meraviglie: un viaggio tra i matti

È dal 1951 che il classico Alice nel Paese delle Meraviglie accompagna generazioni di grandi e piccini. Scopriamo insieme come nasce l’idea di questo lungometraggio: dal libro originale di Lewis Carroll,  passandro per i vari cortometraggi ispirati al suo racconto, fino ad arrivare al cartone animato che tutti conosciamo!

Lewis Carroll: il libro

Il libro è una piccola perla della letteratura mondiale: un romanzo di fantasia che presenta infiniti riferimenti a proverbi, filastrocche, giochi di parole, poemetti e figure retoriche della cultura inglese. Ma qual è la peculiarità di questo libro? Sicuramente la matematica! L’autore gioca con naturalezza con le regole della matematica, della logica e della fisica. Infatti, il primo libro è basato sul gioco delle carte; il secondo, invece, sul gioco degli scacchi.

1923: Walt Disney prima del classico

La curiosità di Walt Disney verso Alice nel Paese delle Meraviglie inizia quando lui non è che uno studente che aveva letto il romanzo. Addirittura, nel 1923, quando era un giovane regista alle prime armi, diresse un cortometraggio intitolato “Il Paese delle Meraviglie di Alice”, liberamente ispirato al romanzo originale; la protagonista qui era una ragazzina che interagiva con degli animali animati. Il film non arrivò mai nelle sale cinematografiche a causa del fallimento della compagnia che aveva prodotto il corto.

1936: Topolino e lo Specchio Magico

Alice nel Paese delle Meraviglie rischiò di essere il primo classico Disney, in quanto già nel 1932 Walt Disney aveva in cantiere l’idea di un lungometraggio a cartone e live action incentrato sul racconto; l’idea venne tuttavia accantonata.
Venne prodotto invece un cortometraggio con protagonista Topolino, ispirato ad “Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò”: Topolino si addormenta dopo aver letto il libro e sogna di attraversare uno specchio e ritrovarsi nella sua stessa casa, dove tutti gli oggetti prendono vita e lui stesso si ritrova ad interagire, giocare, combattere con le spade e ballare insieme a loro.

1951: Il classico Disney

Nel 1945, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Walt Disney ripropone l’idea di portare sul grande schermo le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Walt ci tiene particolarmente a mettere in evidenza quello che è l’umorismo di Carroll nella scrittura del libro, ragione per cui mantiene tutte le parti più comiche e omette quelle che invece risulterebbero superflue agli occhi dello spettatore.

Finalmente, nel 1951, Alice nel Paese delle Meraviglie, tredicesimo classico Disney, approda nei cinema di tutto il mondo e viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film è tratto dal celebre libro di Lewis Carroll “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, ma contiene anche elementi del suo seguito “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.

È da molti decenni che Alice porta con sé grandi e piccini alla scoperta del Mondo delle Meraviglie, ci accompagna in questo mondo di matti e, grazie a lei, conosciamo le coloratissime ambientazioni e i buffi personaggi, come i più famosi Cappellaio Matto e Leprotto Bisestile e la loro canzone del Buon Non Compleanno; lo Stregatto, che invece di aiutare Alice nel suo percorso, la confonde e, criptico ed enigmatico, sparisce e riappare a suo piacimento; il Bianconiglio, che è poi il vero motivo per cui Alice finisce nel Paese delle Meraviglie quando, incuriosita dal vedere un coniglio col panciotto che corre per non arrivare in ritardo, lo insegue; e ancora il Brucaliffo, che fa un po’ da maestrino alla nostra Alice, come dimenticare la filastrocca del coccodrilletto?

Alice in Wonderland: il riadattamento di Tim Burton

Il classico Disney non è l’unico riadattamento cinematografico di questo folle racconto; ve ne sono a decine, ma sicuramente tra i più celebri emergono i film (sempre di casa Disney) di Tim Burton: “Alice in Wonderland” e “Alice attraverso lo specchio”. Il regista, pienamente nel suo stile, dà ai due racconti una connotazione molto dark e quasi oscura, riuscendo comunque a mantenere quel “nonsense” comico tipico del libro. Bisogna fare però una doverosa precisazione: i film di Tim Burton altro non sono che un seguito della storia originale, infatti qui Alice ha 19 anni e, pur sognando sempre il Mondo delle Meraviglie, non ha ricordi della sua avventura precedente, fino a che non vi si ritroverà dentro e dovrà salvare tutti gli abitanti da una minaccia che incombe, per regalare loro il “Giorno Gioi glorioso”.

Personaggi secondari e ambientazioni

Abbiamo parlato dei personaggi iconici di questo classico Disney, ma anche i personaggi secondari trovano il loro spazio e hanno la loro importanza; i fiori del meriggio d’oro sono, probabilmente, i secondi antagonisti del cartone, bullizzano Alice considerandola un’erba selvatica, ma conquistano tutti con la loro canzone!

E Pinco Panco e Panco Pinco? Difficile dimenticare la storia delle ostrichette curiose, raccontata da loro appena Alice entra nel Paese delle Meraviglie, per farla desistere dalla curiosità di andare oltre alla ricerca del coniglio bianco.

Ci sono talmente tanti personaggi, che elencarli tutti è difficile: c’è la porta con la serratura parlante, che Alice attraversa catapultandosi nel Paese delle Meraviglie, Capitan Libeccio che coinvolge Alice nella “maratonda” e tanti altri amici che abbiamo incontrato in questo viaggio.

Alice nel Paese delle Meraviglie: piccolo e colorato capolavoro

Questo cartone animato è speciale, è un classico allegro e spensierato, ma mai superficiale, che ci insegna ad andare oltre i nostri limiti, ci insegna a seguire sempre l’istinto, ma tenendo comunque conto dell’importanza della ragione (“io mi so dar, ottimi consigli ma poi seguirli mai non so…”).


Alice ci ricorda l’importanza di essere curiosi, ci prende per mano e ci accompagna alla ricerca continua di nuove esperienze e avventure a noi sconosciute, e questo è uno splendido insegnamento di vita.

Grazie Walt Disney, Grazie Alice, per averci regalato tutto questo.

Aurora
Sono un'ambiziosa studentessa universitaria innamorata da sempre della Disney; scrivere significa poter mettere nero su bianco i miei pensieri e le mie emozioni. Spero di riuscire a divertirvi, almeno quanto mi diverto io a curiosare e farvi leggere i miei articoli!
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